Il migliore dei mondi possibili

E dopo lungo, lunghissimo tempo, eccomi tornata con le recensioni!

Chiedo venia per l’attesa, ma la giornata per me dovrebbe durare come minimo 36 ore e magari un fine settimana da 3 giorni non guasterebbe. Fra traslochi, presentazioni, incombenze burocratiche e lavoro, leggere e scrivere sono state delle mosche bianche: giusto per il bookclub, sono riuscita a leggere due libri a letto alla sera, prima di dormire.

Oggi vorrei parlare di un libro che in parte ricorda questo mood. Scrivere, ho già scritto in passato (qui, per la precisione), è un lavoro come un altro ma con l’inconveniente di avere sempre l’ispirazione a portata di mano. Se ci troviamo in disaccordo con un cliente o proprio non ci interessa quello che fa, è una brutta gatta da pelare perché dobbiamo dare un risultato soddisfacente come altrove seppure in condizioni di difficoltà mentali.

È il caso di Alessandro, il protagonista di Il migliore dei mondi possibili, scritto da Davide Carrozza ed edito dalla sempre cara Catartica Edizioni. Fra una Roma amatissima e una Padova unica, un umile giornalista di cronaca dotato in realtà di grande talento per la scrittura creativa, grazie al quale ha per così dire una promozione temporanea e per colpa del quale si trova invischiato in una collaborazione particolarmente ostica con l’editore Giancarlo Marinetti, presidente della Marinetti Editore. Ma riuscirà a scrivere su commissione?

Fra intrusioni calcistiche e rimandi cine-letterari (nonché musicali) come se non ci fosse un domani, tra la storia d’amore con la complicata Clara, divisa tra obbedienza stoica al dovere e spirito di ribellione ai dettami del padre, e voli pindarici di ogni sorta, il romanzo ci mostra quanto scrivere sia complesso. Con un richiamo a Se di Rudyard Kipling, solo quando farai tuo il vuoto della pagina bianca, solo allora sarai uno scrittore ed essere padrone del mezzo terrificante e difficilissimo delle parole.

Per questo, per me il personaggio migliore non è Alessandro, vittima delle parole e del proprio talento, bensì l’editore Giancarlo Marinetti. Ormai anziano e senza nessuno, con un gatto psicopatico come sono tutti i felini della sua stirpe, Giancarlo vive con una forte antipatia per tutto ciò che sia minimamente tecnologico e con una curiosa sensibilità per la luce elettrica: a fargli compagnia, gli splendidi classici che non invecchiano mai e che parlano al mondo e al tempo, fra cui Jane Eyre e Cime Tempestose. Una figura sicuramente inadatta a vivere in questo tempo e che con il tempo ha la possibilità di immergersi nelle pagine che vivono per sempre, in un loop temporale e spaziale irreale ma bellissimo.

Il romanzo risulta ben scritto, anche se l’autore a volte si ripete, come per assicurarsi che il lettore ricordi tutto e capisca i riferimenti. Ottima l’alternanza di tempi verbali di un presente generico e del passato remoto, la scelta più canonica, come è ben gestito l’uso di un registro medio molto moderno.

Sia che siate scrittori in erba o aspiranti tali, oppure dei meravigliosi grandi lettori, questo è il libro che fa per voi!

Un abbraccio,

Betta La Talpa

P.S. Trovate il libro su LaFeltrinelli e IBS.

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