Scusi, sa per caso dov’è l’Inferno?

Ah… i demoni! Che magnifici personaggi! Fra cinema e letteratura, non sappiamo fare a meno di loro: dal Belfagor Arcidiavolo di Macchiavelli o il suo simile inglese, Lettere a Berlicche di C.S.Lewis, al nostrano Piccolo diavolo di Roberto Benigni; da Calcifer, il tenerissimo demonietto de Il castello errante di Howl, alla bellissima coppia creata da Neil Gaiman in Buon Apocalisse a tutti!, Crowley e Azraphel, fino ai dissacranti diavoli di Dogma, un piccolo grande film per nerd girato dal sempre meraviglioso Kevin Smith.

Insomma, quando ci sono demoni di mezzo, una storia è in buona parte riuscita, se si sa giocare con zolfo, ali, umorismo nerissimo e virtù infernali. E nel romanzo di oggi, non si fa eccezione: Our frail, disordered lives, di Mary M. Schmidt, edito dall’americana Lulu e inedito in Italia (anche se la sua pubblicazione nel Bel Paese sarebbe graditissima a un gruppetto di maniaci dell’horror, amanti del trash demoniaco e amatori dell’urban fantasy disillusi), non è un capolavoro del genere né inventa nulla di nuovo. Leggendo, mi sentivo un po’ esausta di possessioni, critiche sociali al vetriolo contro i talk show, aborti e relazioni clandestine fra suore e uomini sposati… troppo, troppo. Ormai, tanti sembrano non capire che il parossismo, il cattivo gusto, le provocazioni forzate e l’esagerazione di elementi che urtano la sensibilità di qualche stomaco debole, ormai rientrano nel politicamente corretto. Dopo il Secolo Breve, non bisogna più stupirsi di nulla. Per questo, non ho trovato la trama originale né l’intreccio davvero coinvolgente. E non mi sono spaventata nemmeno una volta, io che sono una talpina coraggiosissima.

Quel che rende però onore e gloria al romanzo è la serie di personaggi che lo popola, uno più sorprendente e accattivante dell’altro. Abbiamo il protagonista, Larry Kavanaugh, egocentrico ed egoista, che aspira alla perfezione e decide per questo di sfruttare la via più breve… vendere l’anima al diavolo. Peccato che Satana, Signore delle Mosche e delle Bugie, sia molto occupato a mantenere il suo impero infernale e a gestirlo come un’azienda, per cui a questi compiti ingrati spesso ci pensano i suoi minions,  tra cui il co-protagonista e vero cuore vincente del romanzo, il demone Roach. Costui ha tutte le carte in regola per essere un buon demone, ma ha anche un nobilissimo scopo: riscrivere la Divina Commedia con se stesso come star indiscussa. Ce la metterà tutta per realizzare il suo sogno… non faccio spoiler! Al loro fianco, la moglie di Larry, Kathleen, è l’unico personaggio a subire un’evoluzione reale, mentre le fanatiche religiose come Dorothy Marie Walsh sono una sicurezza.

Mary Schmidt ha svolto inoltre un ottimo lavoro nel rielaborare la gestione dell’Inferno: c’è un demone patrono di Internet, Scorch, che manda Whatsapp a Roach come un ragazzino di periferia; Satana ha tutte le caratteristiche per essere un nuovo Trump; esiste una Great Hall of Pandemonium, dove ogni aula ha il nome di un dannato molto importante (tra cui Giuda Iscariota e Adolf Hitler); “L’esorcista” è un film molto amato, con un gruppo d’ascolto che discute a favore del povero demone scacciato da Linda Blair, Pazuzu.

Riassumendo, è un romanzo estremamente mainstream e a volte un po’ banale, ma riesce a salvarsi grazie, curiosamente, ai demoni e alle brutte persone che saltano tra le righe.

Percorrendo la … Higway to hell!

Betta La Talpa

P.S. Simpaticissima l’intervista a Roach che Mary Schmidt ha riportato sul sito dell’opera

Roach the Demon

RIPRODUZIONE RISERVATA

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