Edgar Allan Poe. Il mistero della morte

Reduci dal film Netflix tratto dall’omonimo romanzo The Pale Blue Eye. Le indagini di Westpoint, con i bravissimi Christian Bale e Harry Melling (attore letteralmente esploso che interpreta Poe, famoso per il ruolo di Dudley Dursley nella saga di Harry Potter), ecco che il Bostoniano torna a far parlare di sé e della propria vita, così come della misteriosa morte.

In questo articolo, già parlai della mia passione vorace per Poe di come ancora oggi io sia convinta della sua grandezza: si tratta di un tipo di orrore a cui non siamo più abituati e certo, può annoiare i fan dello slasher o dei jumpscares, eppure è quel tipo di horror a cui sono molto affezionata. Quello delle tende scure che si alzano a un vento che non c’è, di timori infondati di fantasmi che giacciono solo nelle nostra mente, la più pericolosa delle mostruosità, di follia prettamente umana e di ignote e ancestrali paure che diventano in qualche modo sublimi.

Non vi annoierò oltre sui motivi del mio amore per Poe e della mia idea sulla sua letteratura, perché oggi ci daremo al poliziesco, un genere che il Bostoniano contribuì a creare.

Le cause della morte di Poe sono ancora misteriose, ma si può parlare di tre piste differenti: avvelenamento, rabbia e cooping. Conosciamo la delicata salute fisica e mentale del Bostoniano, per cui la morte a soli 40 anni non dovette essere una sorpresa (tanto più che sui giornali venne scritto che in pochi lo avrebbero pianto), ma una teoria molto interessante e forse la più avvalorata è quella del cooping: in pratica, si convincevano le persone più fragili a votare un certo candidato alle prossime elezioni rapendole, drogandole e non da ultimo, picchiandole selvaggiamente.

Edgar Allan Poe. Il mistero della morte di Fabrizio Raccis edito da Catartica Edizioni indaga proprio questo tragico evento che illumina in parte la vita oscura del Bostoniano. Al di là di essere una persona complessa, manichea nell’arte come nella vita, e di essere in grado di farsi più nemici che amici con la sua aspra sincerità, i complotti alle sue spalle furono piuttosto facili da credere: non solo il cooping, ma Raccis ventila l’idea che anche i fratelli della seconda moglie di Poe, Sarah Elmira Shelton, avrebbero potuto pestarlo e lasciarlo agonizzante e confuso sul marciapiede per difendere l’onore della sorella vedova. Altrimenti, Raccis ragiona sul ruolo del reverendo e critico letterario Rufus Griswold, la vera nemesi di Poe, colpevole di averne bocciato il lavoro: Griswold diverrà l’autore del famoso necrologio al Bostoniano, nonché il primo biografo. Raccis insiste in modo commovente sull’importanza dell’opinione di Griswold su Poe perché è per colpa di questo dissidio tra i due che Poe finora è stato descritto come un drogato, un alcolizzato, un violento, un depravato, quando gli amici e i parenti hanno sempre scritto e parlato di lui in termini affettuosi, così come lui stesso si è sempre descritto come privo di vizi. L’unica sua devianza? Forse, una spiccata sensibilità.

Ecco quindi che la figura di Edgar Allan Poe cambia ai nostri occhi, vittima di un omicidio architettato con astuzia che ha sfruttato l’avvelenamento, la confusione e non per ultima la malasanità della Baltimora dell’epoca. I misteri permangono, ma Raccis riesce a darci un’idea di cosa possa essere successo con dovizia di prove e particolari, portando al lettore articoli di giornale, lettere e l’opera stessa del Bostoniano. La precisa e attenta indagine è arricchita con la traduzione di racconti e poesie inedite che sono sicuramente una degna conclusione di questo bel saggio, utile per chi già conosca Poe, ma anche per chi si stia solo avvicinando.

Raccis scrive in modo chiaro e preciso, come ogni libro di true crime dovrebbe essere, soprattutto se ambientato in un’epoca ormai lontana, e prende in considerazione ogni aspetto della vita e della figura di Edgar Allan Poe. L’unica pecca che mi sento di presentare è, almeno all’inizio, le frequenti digressioni che spezzano il ritmo dell’esposizione dei fatti, ma da un certo punto in avanti il ritmo è regolare e la narrazione lineare.

La morte di Edgar Allan Poe rimane ancora un mistero, ma grazie a questo libro possiamo farci un’idea in più su questo tragico evento, così come sulla figura decisamente romantica del Bostoniano.

Un caro saluto,

Betta La Talpa

P.S. Trovate il libro su Feltrinelli e IBS.

P.P.S. Fabrizio Raccis ha fatto di Poe la sua musa ispiratrice: andate a sfogliare la sua opera!

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