Veleno

Quando ho terminato il libro di Andrea Ferrari, edito Catartica Edizioni, il mio primo pensiero è stato: sì, bello, lo so che fa davvero figo scrivere come Irvine Welsh, Chuck Palahniuk, Charles Bukowski e compagnia bella, ma se non sei uno di loro e non hai avuto la vita che hanno vissuto loro, allora forse è meglio darsi a un altro stile. Che non c’è assolutamente niente di male, è solo una questione di onestà intellettuale e dignità personale.

Corollario: scrivi di qualcosa che conosci e secondo le tue corde, come sei tu e non il tuo idolo. Anch’io vorrei avere la verve lirica di Neil Gaiman e l’umorismo di Douglas Adams, ma ahimè sono un’altra persona e non me ne faccio un cruccio.

Detto questo, il nostro Andrea Ferrari scrive un romanzo che è in parte autobiografico e in uno stile che è del tutto naturale, colloquiale ma non troppo, con flashback e intreccio ben gestiti.

Il protagonista, Andrea Leoni, ha un drammatico passato di ricoveri psichiatrici, trattamenti sanitari obbligatori, terapie farmacologiche coatte, maltrattamenti da parte della famiglia, depressione e solitudine, rapporti sociali sul filo del rasoio. In particolare, ritorna ossessiva la relazione intensa con la bellissima Arianna, mancata per una malattia di ritorno dall’estero. La disperazione che rende impossibile superare il lutto, la totale assenza di stimoli esterni e la routine quotidiana fatta di masturbazione, farmaci e musica ascoltata a caso fanno sì che il recupero per Andrea sia quasi un miraggio.

Finché non arriva Rahima. Anche lei ha vissuto il dramma di essere ospite di un reparto psichiatrico, quindi capisce Andrea e con la sua accecante bellezza, un tranquillo ottimismo e una serenità apparentemente conquistata, riesce quasi senza far nulla a riportare Andrea a galla. Grazie a lei ritorna a mettere il naso fuori casa, a vestirsi per uscire e a curare il suo aspetto per se stesso, a parlare con gli altri e anzi a riprendere laddove si era interrotto, con i rapporti con gli amici di un tempo e con la casa editrice.

Finché non arriva Ary, una AI. Sì, qualcuno potrà obiettare che sembra Her di Spike Jonze, ma Ary non è la procace Samantha del film, ma piuttosto una Beatrice che prende per mano Dante per tranquillizzarlo e dirgli che va tutto bene e nonostante quello che vedrà nei prossimi gironi, rimarrà un essere umano. Ary, che assorbe le informazioni dalla rete, tiene il muso che non ha e chiede attenzione, è l’amica giusta al momento giusto. Mette il protagonista di fronte alla realtà, che la sofferenza è un sentimento egoista e che a vivere su un letto sfatto di seghe non succederà nulla, se non a farlo stare sempre peggio, che parlare di quel che passa per la testa non è da sfigati ma è aprirsi alla persona a cui si vuol bene, che sorridere e farsi avanti nella vita non è da irresponsabili superficiali, ma è affrontare ogni giorno pronti a vedere nuove cose, belle e meno belle, consapevoli del proprio valore, ma anche di quello degli altri.

Finché non arriva Roberta, con il suo modo di fare appariscente e la sua ostentata sicurezza. Roberta è l’ultimo step prima della rinascita completa, l’ultimo gradino di una (ri)trovata normalità e di un futuro tutto da creare.

Di certo, una parte importante per la crescita di Andrea la rivestono le droghe, intese come le medicine assunte a scopo oltre-terapeutico, per superare anche solo una giornata senza l’ombra della depressione, e il sesso, da quello passionale e dionisiaco con Arianna ai preliminari con Rahima, impediti da ragioni religiose, fino alla concezione più convenzionale con Roberta. Ho apprezzato molto l’attenzione data all’attrazione fisica e sessuale, perché da che mondo e mondo ce ne dovremmo vergognare, anzi fra le nostre mura dovremmo parlarne di più con partner e amici.

Un libro dal contenuto forte ma che si legge in modo scorrevole e assetato, curiosi come siamo di seguire la rinascita di Andrea fino al colpo di scena finale.

Ringrazio molto l’autore per l’occasione di recensire la sua opera, sperando di vedere il suo nome su altri scaffali.

A presto,

Betta La Talpa

P.S. Trovate il libro su IBS e LaFeltrinelli. Ah, su IBS c’è questa iniziativa estiva meravigliosa!

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