The Calculating Stars

Ground Control to Major Tom

Elma York ha studiato Matematica e Fisica ed è una pilota militare.

Ground Control to Major Tom

Vorrebbe diventare salire su una navicella spaziale.

Take your protein pills and put your helmet on

E chissà, magari diventare la prima donna astronauta.

Ground Control to Major Tom (ten, nine, eight, seven, six)

Ma potrà mai riuscirci?
Commencing countdown, engines on (five, four, three)

Perché solo gli uomini possono farlo?
Check ignition and may God’s love be with you (two, one, liftoff)

Alcuni commenti che hanno accompagnato la pubblicazione di questo libro mi hanno fatto rabbrividire e ora che ho terminato la lettura, ancora di più.

Il libro di oggi è The calculating stars di Mary Robinette Kowal (qui il suo sito, se volete andare a sbirciare), vincitrice di ben 4 Premi Hugo e membro dell’organizzazione Science Fiction & Fantasy Writers of America. In Italia, dobbiamo ringraziare Oscar Mondadori per averne acquistato i diritti (e io per il gentile omaggio). Un romanzo che parte da un’ucronia puramente temporale per esporre al lettore, in termini piuttosto didascalici, la storia di Elma York e della prima donna astronauta. Siamo infatti nel 1952 e una mattina un meteorite precipita, distruggendo la East Coast degli USA, Washington compresa come tutti i disaster movie hanno sognato. Lo sapete come me anche se non siamo scienziati, ma siamo cresciuti con i Blockbuster degli anni ’90 e di queste cose ce ne intendiamo: il clima cambia in maniera disastrosa e bisogna andare nello spazio per monitorare e arginare eventuali altri pericoli per il nostro pianeta onde evitare l’estinzione della razza umana.

Ma al posto di Harry Truman, il Presidente è Thomas Dewey e la nostra autrice immagina che le missioni nello spazio con lui al governo avrebbero avuto una decisiva accelerata. La ricostruzione storico-politica è ineccepibile e ogni capitolo è introdotto da un articolo di giornale riguardante eventi catastrofici o annunci televisivi o alla stampa, ognuno tratto dal New York Times (e io che pensavo fossero inventati, tanto sono assurdi!). Kowal, si legge nei ringraziamenti, ha lavorato duramente dietro le quinte del suo romanzo studiando in maniera approfondita tutto ciò che concerne l’astronomia, la NASA, il mondo degli astronauti e dei piloti, nel caso facendosi aiutare da amici e parenti; un impegno certosino che ha dato i suoi ottimi frutti nella stesura del romanzo vero e proprio, scorrevole ma decisamente tecnico, soprattutto nel linguaggio professionale.

Molto spesso il libro è paragonato a Il diritto di contare, film del 2016 diretto da Theodore Melfi, che svela quelle hidden figures del titolo originale americano scegliendo come protagoniste le donne afroamericane che lavorarono al programma spaziale, sfidando sessismo e razzismo. The calculating stars si affianca al film per parlare allo stesso tipo di pubblico, cercandone uno il più ampio possibile, di modo che venga alla luce la storia nascosta delle donne che lavorarono al programma spaziale e, magari, ispiri le nuove generazioni a non temere il passato e a portare altre donne su nuovi pianeti e galassie.

Qualcuno sul web si è lamentato di essere stufo di leggere storie femministe, qualcun altro che bisognerebbe smetterla di scrivere romanzi con un’ideologia alla base, perché un libro è un libro e basta, non dovrebbe inviare dei precisi messaggi ma soltanto divertire. Questa recensione è particolarmente dedicata a loro.

Quando, nelle prime pagine, Elma parla di sesso e della vita col marito, mi sono sentita un po’ fuori posto: ma che c’entra questo con lo spazio? Poi ecco arrivare tutta la parte sul meteorite, la NASA etc… poi a un certo punto Elma e suo marito tornano a casa e la luce non va. Le provano tutte, finché lei, al telefono dopo essersi presentata a un programma televisivo come ospite, afferma: “Ah, mi sono dimenticata di pagare le bollette”.

È allora che mi si è illuminata la lampadina di risposta a chi dica che non c’è spazio per il femminismo in un romanzo di fantascienza che parli della NASA. A Buzz Aldrin qualcuno ha mai chiesto se il frigo di casa sua era vuoto? Yuri Gagarin si preoccupava del cambio stagionale dell’armadio? Non credo.

Non credo perché Elma è una pilota e ha un dottorato in tasca, ma deve comunque pensare alla gestione della casa. Deve esercitarsi per la missione oltre-atmosfera e risolvere equazioni alla velocità della luce, ma nelle riunioni deve avere un trucco impeccabile e camminare con i tacchi.

L’autrice, d’altro canto, afferma che ai tempi in cui il libro è ambientato, con una laurea in matematica un uomo era ingegnere, la donna contatore, a disparità di ore e di salario.

Per questo, è un libro coraggioso e mai visto prima, in cui per la prima volta guardiamo da un punto di vista diverso da quello a cui ci hanno abituato film e serie TV, nonché i libri di storia. Vero, perché finalmente una donna racconta al mondo cosa volesse e cosa voglia ancora dire essere una donna in un ambiente simile, ma in fondo in qualsiasi posto di lavoro.

Un libro, come già scritto altrove, sull’empowerment femminile ma soprattutto sulla determinazione e la straordinaria forza delle donne che, partendo svantaggiate già alla nascita, hanno fatto molto di più per l’umanità che per loro l’essere umano.

Un caro saluto e buone vacanze,

Betta La Talpa

P.S. Trovate il libro su IBS e LaFeltrinelli.

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RIPRODUZIONE RISERVATA

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