A proposito delle medie

Dovete sapere, cari lettori talposi, che ho avuto l’onore di nascere negli anni ’90: pertanto, negli anni più importanti per un lettore, cioè fra le elementari e le medie, il fantasy al cinema e nelle librerie ha avuto una svolta particolare che ha decretato i mostro sacri del genere, ed è proprio il caso di dirlo quando si parla di elfi, nani ecc. Oggi a confronto sono tutte repliche inutili e pedanti e per di più affatto originali.

Qui lo dico e non rimangio nulla: mi piace il genere, pur senza patologie strane, ma non se ne può più di guerre tra elfi e nani, umani che non possono avere relazioni stabili con elfi e licantropi, licantropi che si stanno sui maroni con i vampiri, i quali in realtà vanno d’accordo solo con se stessi e non è del tutto vero… basta, basta, basta. Siamo nel 2019 e anche il genere fantasy ha un disperato bisogno di rinnovarsi. Il mondo ha già avuto il privilegio di ospitare autori come J.R.R. Tolkien, Terry Pratchett, Ursula K. Leguin, i tuttora viventi e sanissimi Neil Gaiman e la cara J. K. Rowling… sì, ma loro sono loro e gli altri sono gli altri (non dico che non siano un ca**o di sordiana memoria, per carità). Quindi, lo scrivo come appello per gli scrittori che possano incappare su queste righe e sui lettori: cambiamo le carte in tavola, vi prego. Il fantasy non ha potenzialmente limiti, sfruttiamo le sue qualità!

Ma torniamo a noi. In quei favolosi anni, fra la fine degli anni ’90 e i primi ’00, noi piccoli lettori assistemmo a una rivoluzione che ricordo come se fosse ieri. In pochissimi anni, fummo investiti da novità che, da giovani provinciali quali eravamo, ci cambiarono la vita. Tutto iniziò quando la maestra Enrica si sedette in mezzo alla classe, mentre noi 24 bestiole ci accucciammo ai suoi piedi per ascoltarla leggere. Quindi iniziò:

Il signore e la signora Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali , e grazie tante.

Se non riconoscete questa citazione, siete dei Babbani! Da allora, questo divenne il peggior insulto che un bambino potesse immaginare. Sì, stiamo parlando proprio della saga più famosa insieme a Star Wars, Harry Potter! Poco tempo dopo, il maghetto inglese sbarcò al cinema e influenzò la cultura di massa dell’era contemporanea.

Ma non era il solo. Infatti, prima al cinema e poi sulla carta per un semplice motivo di commerciabilità (nonostante i romanzi fossero stati pubblicati negli anni ’50), gli spettatori assistettero a una delle scene più imitate del cinema mondiale: un vecchio mago con il suo bastone incantato ferma un colossale demone infuriato gridandogli contro “Tu non puoi passare!” Sì, avete capito bene: Gandalf contro il Balrog aprì definitivamente gli occhi sull’opera di Tolkien e in milioni si buttarono a capofitto sulle pagine de Il Signore degli Anelli.

Capite che per dei bambini con un futuro di lettori davanti questo fu un periodo molto intenso e proficuo. Ma proprio di questo periodo vorrei parlare, perché il mondo non dovette imparare ad amare il maghetto e il mezzuomo: altri curiosi personaggi attentavano alla loro fortuna e speravano di entrare nei nostri cuori. Da una parte, dunque, vi erano Tolkien e la Rowling, che chiamerei i Power Rangers. Il primo con l’epica classica, la linguistica e i grandi ideali, l’altra con un’idea senza dubbio più commerciale, ma piena di amore per la magia e per i libri, hanno scavalcato ogni ostacolo e sono entrati nelle case di milioni, anche miliardi, di persone per ispirare generazioni sempre nuove.

Ma non furono gli unici. Dall’altra parte, infatti, si schieravano quelli che oserei definire i Guerrieri della Notte con riserva, cioè C. S. Lewis con Le cronache di Narnia e il giovane Christopher Paolini con Il Ciclo dell’Eredità; non fa parte dell’esercito il caso di Eoin Colfer con il suo piccolo psicopatico Artemis Fowl, nonostante il suo pregio di essere un fantasy che vuole uccidere il fantasy. Questo schieramento, malgrado le ottime capacità e il grande valore, non riuscì a contrastare il potere dei Power Rangers: né la metafora bellico-cattolica di Lewis né il mondo di cavalieri e draghi di Paolini riuscirono infatti a competere con Sauron e Voldemort. Non aiutarono riduzioni cinematografiche incapaci di trasmettere il messaggio di entrambi, che a nulla poterono contro le due saghe che dominarono i cinema per diversi anni. Peccato, ho sempre adorato sia il fauno Signor Tumnus sia la dragonessa Saphira.

Questo fu come andò. Io desidero invece invitarvi a leggere (evitate i film, davvero) Lewis e Paolini. Leggendo, scoprirete qualcosa di ancora puro e grande come il fantasy dovrebbe essere. Lasciate perdere Il Trono di Spade, La spada della verità, Twilight e quello che è venuto dopo. Se non fossero stati creati questi quattro diversi universi, oggi il mondo sarebbe molto più povero e forse anche peggiore.

Vi saluto con un classico: Dite amici ed entrate!

Betta La Talpa

P. S. Appunto bibliografico! Nei link di seguito trovate delle ottime edizioni per le quattro saghe citate. Il Signore degli Anelli è pubblicato da Bompiani, Harry Potter da Salani, Le Cronache di Narnia da Mondadori e Il Ciclo dell’Eredità da Rizzoli.

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4 risposte a "A proposito delle medie"

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  1. Narnia mi era piaciuto molto, anche se non lo metterei al primo posto in un’ipotetica classifica. Mi fece un’ottima compagnia durante il mese di immobilità a seguito di un infortunio sul lavoro… Paolini, mi spiace dirlo, l’ho trovato talmente indigesto ed insulso da arrivare ad interromperne la lettura, cosa che mi accade di rado 😶

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    1. Narnia è piuttosto incompreso per via del suo sottotesto cristiano cattolico, l’ho letto a 13 anni appena dopo “Il signore degli anelli” e mi piacque molto. Paolini vive di un sussidio che gli passo io, palesemente! Non è granché, lo ammetto, ma è stato il primo a scrivere fantasy con lo stesso fervore dei classici e senza pretese innovative come altri: mi piace la sua semplicità e le sue descrizioni sono davvero valide, ma capisco perfettamente che non piaccia a molti!

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