Oscure emozioni

Lo so, sono ancora in grandioso ritardo e non accamperò scuse strane: ho molto lavoro da fare (per tutta l’estate editerò un testo che si è rivelato ben più complicato del previsto) e mi sono organizzata discretamente. Tuttavia, al pomeriggio me ne vado in piscina perché anche chi scrive ha bisogno di cloro e sole!

Come ho letto il titolo di questa raccolta della casa editrice Catartica Edizioni, in particolare il sottotitolo Racconti dell’orrore e del mistero, ho subito pensato a rimandi letterari come mi succede di solito. Immediatamente, mi sono giunti alla mente l’orrore del Capitano Kurtz di Joseph Conrad nella versione di Francis Ford Coppola, per il quale l’orrore è il decadimento fisico e morale del colonialismo e della guerra in un luogo molto diverso dall’Europa, ma soprattutto l’orrore e il mistero dei racconti di Edgar Allan Poe, che tra l’altro portano proprio questo titolo.

Non mi sono sbagliata. Oscure emozioni di Isabella Grandesso, malgrado la formazione dell’autrice legata alla letteratura per ragazzi, è denso di citazioni del Bostoniano più o meno velate: dalla presenza del corvo che dà appuntamento nel racconto Il guardiano al gatto nero di Deja-vu mortale fino al fenomenale Caos rosso e l’ossessivo La strega (che a loro volta richiamano alla mente La maschera della Morte rossa e Il barilozzo di Amontillado), ma in generale si respirano gli stessi timori ossessivi e psicotici avvolti in un’atmosfera onirica, aggiornata nel tempo e nello spazio. Con Poe, infatti, l’autrice sembra condividere il pensiero che l’orrore ti guarda mentre tu lo guardi perché esso è dentro di noi, non in mostri o creature fantastiche.

A parte il fulmineo Little League, che in meno di una pagina racconta la risposta alla violenza domestica di una donna ormai esaurita, gli altri racconti (in particolare, La traccia e La musicante) sono caratterizzati da uno stile manieristico ed elegante, anche se un tantino verboso per i miei gusti, che ricorda anche Henry James, da cui si riprende anche la passione per i fantasmi che vivono tra noi. Inoltre, c’è spazio anche per il sentimento più oscuro, ovvero l’amore, nel bel racconto dal sapore orientale Gli innamorati di Cadiz e in La valigia, dove invece l’amore di una vita passata torna a richiamare un nostalgico sorvegliante notturno.

Si tratta quindi di una raccolta di racconti classica nei suoi contenuti come nello stile, di piacevole lettura in una bella serata, se la passate da soli.

Un caro abbraccio e buone vacanze,

Betta La Talpa

P.S. Trovate il libro su LaFeltrinelli e IBS

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