L’amore non brucia, di Pietro Bertino

Oggi finisce una collaborazione nata totalmente per caso e di cui vado fiera, che ho portato avanti con passione e tenacia perché sì, credo in certe cose e quando trovo libri e autori che ne valgono la pena, spendo le mie parole migliori.

Ho incontrato Pietro Bertino attraverso la proposta, da parte di un ufficio stampa esterno, di leggere e recensire il suo libro Il granello di sabbia che mi entusiasmò; seguì, un anno dopo, Il sorriso del lupo centrò in pieno il mio interesse anche accademico relativo al rapporto fra essere umano e natura nella letteratura. L’ultimo libro di Bertino e, ideologicamente, il termine della trilogia I libri di sabbia e di ghiaccio mi ha conquistato con uno stile più alto e maturo rispetto ai precedenti e con un’attenzione delicata e vera per i diritti civili, in particolare quelli LGBTQ+.

L’amore non brucia, al contrario di ciò che sosteneva il cantautore folk Johnny Cash a suo tempo, bensì innalza e rende migliore il mondo come invece ha imposto la Scuola Siciliana a cui ha fatto seguito lo Stil Novo in Italia. Un amore di ogni tipo, perché di amore si parla e chi mai è un giudice tanto all’altezza di stabilire quale sia amore e quale no, quale sia giusto e quale sia sbagliato per natura e cultura. Davvero, ancora crediamo che l’omosessualità e l’universo queer siano una perversione di natura e una conseguenza di un’educazione dalle maglie troppo larghe?

È la storia di Amina e di Margherita e della missione che si sono prefissati i personaggi dei libri precedenti, come Ismael e Marco Baldi: distruggere un modo basato su un sistema di violenza, meccanico fino alla disumanizzazione, corrotto eppure con una sua filosofia niciana che abbiamo visto e rivisto da qualche parte nella Storia e che ora si tinge di distopia.

C’è il coraggio di un’unione che ancora oggi viene considerata non convenzionale e strana, come se amare una persona fosse in qualche modo alieno, oltre al coraggio di combattere per degli ideali, ma soprattutto, e spero che sia l’inizio di nuove riflessioni (che sulle mie pagine troverete spesso), il coraggio di far incontrare culture e colori, nomi di santi e di dei, lingue e benedizioni diverse eppure con tante similitudini perché le radici sono le medesime. Amina, il mio personaggio in assoluto preferito, è una combattente e porta con sé la furia del deserto e la forza berbera, ma anche la dolcezza e la passione di chi come lei è diventata adulta in un mondo che le proibisce di essere ciò che è e vede in lei una terrorista a prescindere.

Pietro Bertino si dimostra ancora all’altezza delle aspettative e scrive un romanzo bellissimo e forte di cui abbiamo bisogno, facendo perno sulle battaglie che ancora dobbiamo combattere tutti insieme. L’idea che l’autore di questo libro sia un uomo e un insegnante mi riempie di orgoglio e felicità perché abbiamo bisogno di tutte le voci possibili per parlare a chi ancora dice che la famiglia vera è quella composta da Gesù Bambino, Maria e Giuseppe con bestiame, stella cadente e pastori d’ordinanza.

Mi preme aggiungere che L’amore non brucia è un ottimo passo, ma non basta e vorrei che la lettura piacevolissima di questo libro fosse integrato da quella di due libri: Cose, spiegate bene. Questioni di un certo genere edito da Iperborea con Il Post e Queer Culture Guide. Perché le parole sono importanti e il lessico della battaglia va imparato e usato in maniera perfetta per non lasciare spazio di azione al nemico.

Ancora complimenti all’autore e un caro saluto,

Betta La Talpa

P.S. Potete trovare L’amore non brucia su Amazon.

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