Il granello di sabbia

Nemmeno la distopia ha più il sapore di una volta… Qualcosa di nuovo nella ricetta? No, semplicemente il mondo è cambiato, andando nella medesima direzione a cui ci hanno abituato i film e i libri di fantascienza. Già, quel meraviglioso genere che ipotizza invenzioni avveniristiche e futuri che (non) vorremmo… è interessante e inquietante, ritengo, che oggi sia la narrativa di maggior successo in libreria e che molti autori stiano emergendo proprio in questo campo. È chiaro che, entrando nel 2020, entriamo automaticamente in un periodo suscettibile a riflessioni filosofiche e pensieri allucinanti, tanto per citare Asimov, che di fantascienza e crisi ne sapeva qualcosa: proprio lui ha creato la psicostoria con il Ciclo delle Fondazioni, vero e proprio viaggio nel tempo futuro che, con gli occhi dei millenni e dei libri di scuola, è già passato. E più spaventoso appare il fatto che il termine distopia venga largamente utilizzato, spesso in modo errato, per definire la fantascienza scritta e pubblicata oggi: perché noi siamo i marziani e i discendenti di Asimov, Clarke e compagnia, ma il domani che ci aspetta è senza ombra di dubbio oscuro e minaccioso.

Con Il granello di sabbia di Pietro Bertino ho avuto la precisa sensazione di star leggendo una cronaca, come nel caso del Ciclo delle Fondazioni. Con uno stile scorrevole, in alcuni punti un po’ ingenuo, il romanzo alterna la propaganda del perfettismo alla vicenda del cittadino dirigente Marco, direttore della Casa del piacere e risvegliato dopo la rieducazione obbligata del governo. Il nostro autore mette molta carne sul fuoco e, nonostante il romanzo nel suo insieme risulti evidentemente un esordio assoluto, riesce a far riflettere il lettore su ciò che ha davanti, sulle pagine e sugli schermi. Sì, perché il pregio di Bertino è aver scritto un libro di fantascienza che, in realtà, sta parlando, anzi urlando, di noi, della nostra società, dei nostri problemi: i riferimenti ai migranti, a Salvini, a Trump e ai social network non potrebbero essere più palesi. Un caso di fantascienza prossima, quindi?

Con l’avvicinarsi del Giorno della Memoria, con grande puntualità il romanzo lancia e rilancia questo messaggio fondamentale: per sapere chi siamo e creare un futuro che sia il migliore possibile, è doveroso conoscere il passato, la Storia con la S maiuscola. I concetti di ricordo e memoria sono reiterati quasi ossessivamente, rendendoli le chiavi per la libertà, nostra e di tutti i popoli. Non è un caso che Marco sia stato un insegnante e un dissidente, uno che amava i libri e pure cucinare, a sottolineare l’importanza dell’insegnamento e della scuola nella società, libera e non. Ho scoperto dopo la lettura che l’autore è un insegnante di Lettere alle scuole medie e che ha a cuore la lotta contro la mafia: tutto il suo pensiero si può leggere nel romanzo e, mi viene spontaneo da dire, meno male che ci sono ancora persone e insegnanti come lui.

Da donna, mi sento anche di sostenere un discorso che il protagonista fa alla donna di conforto a lui assegnata dal governo: il diritto di una donna a godere del sesso come un uomo e a cercare il piacere come e con chi vuole. In periodi come questi, in cui gli abusi vengono giustificati in maniera patetica dal nostro abbigliamento o dalla supposta mancanza di controllo in molti individui, trovo bellissimo e importante che si ripetano queste parole e che i primi a farlo siano gli uomini.

Bertino ce lo sta dicendo: la distopia è oggi, la fantascienza siamo noi.

Un abbraccio,

Betta La Talpa

P.S. Potere trovare Il granello di sabbia sul blog dell’autore.

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