Avrete sentito tutti del dibattito aperto da Martin Scorsese sui cinecomics: sono o non sono cinema? E di seguito, quale ruolo assume il cinecomic di turno rispetto ai fumetti e alla loro lettura? Chi va a vedersi il film sull’ultradotato del momento si legge pure i giornalini di cui è protagonista?
Personalmente, ho con i supereroi un rapporto complicato. Mi rendo conto che la Marvel e la DC Comics hanno cambiato la cultura pop come in pochi avrebbero potuto fare, ho grandissima stima per il Sorridente (ci manchi ancora, Stan) e per il vivissimo e capellone Alan Moore e leggere alcune avventure mi ha lasciato emozioni senza pari. Guardo sempre con piacere i primi X-Men, Watchmen è uno dei miei film preferiti (aspetto da due Natali che qualcuno mi regali l’edizione deluxe) e non ho dubbi sul fatto che il mio supereroe prediletto sia Batman. Eppure, non riesco a guardare questi film che escono a ritmo forsennato e che obbligano lo spettatore a seguirli come manco Beautiful ai tempi che furono, Avengers e Civil War e non so cosa. Lo ammetto, mi sono divertita con la trilogia di Spiderman di Sam Raimi, canto sempre con piacere i Black Sabbath quando alla TV danno il primo Iron Man e sì, penso che Joker sia un film stupendo, ma non riesco a concepire multiversi e storie di personaggi che si incontrano, scontrano, si alleano e combattono per degli anni ed essere costretta a guardarmi film da due ore e passa perché senno non capisco niente.
Ad ogni modo, mi piacciono i fumetti e i supereroi sono figure che hanno maggior potenziale di quanto i loro straordinari poteri possano esprimere. Per questo, appena è capitata l’occasione di collaborare con la nuova casa editrice Resh Stories, non ho avuto dubbi su cosa leggere come antipasto del loro catalogo. Read+Share sono gli imperativi di questo nuovo nome dell’editoria a cui auguro lunga vita e prosperità come il caro signor Spock vorrebbe e ha dalla sua un nuovo tipo di lettura, fortemente legato al concetto di serialità, e tanta voglia di offrire novità ai lettori più curiosi. Per aprire la collana Resh Visions dedicata alla saggistica, incentrata sulla cultura contemporanea, hanno affidato il ruolo del tedoforo a uno che di fumetti e supereroi ne sa qualcosa, ovvero Bepi Vigna.
Con uno stile estremamente semplice, quasi da manuale scolastico, eppure senza mai cadere nel didascalico e sempre pronto a offrire al lettore chicche su cinema e fumetti, l’autore riflette sulla figura del supereroe, sulla sua storia e sul suo futuro, andando a delineare confini e temi di grandissimo interesse anche per chi non è proprio a suo agio nel genere o non ne è particolarmente affascinato. Personalmente, da ignorante in materia, ho apprezzato molto come è stata presentato Superman, la storia editoriale che ha portato alla sua creazione e come la sua presenza abbia influenzato il cinema italiano degli anni ’60. Sì, lo ha fatto.
Forse riterrete che paragonare i giornaletti e i loro protagonisti in costume a Shakespeare, a Dostoevskij e alle fiabe tradizionali sia un tantino azzardato, ma al contrario la tesi di Bepi Vigna è ben argomentata e altrettanto ben contestualizzata. Sarà un caso che ora più che mai i supereroi abbiano superproblemi, come Stan Lee riteneva dovesse essere, che anzi perdano il loro status dei, che abbiano bisogno di quadrare i conti con se stessi e la loro missione (Watchmen) e che, più che raggi radioattivi e incidenti con ragni esotici (Hulk, Spiderman, i Fantastici Quattro), si affidino a forme di lotta orientale (Matrix) e antiche pratiche magiche (Doctor Strange)? Ovviamente no e questo è la maggiore risposta a chi si domanda il motivo per cui sbanchino al botteghino e ancora vengano letti da lettori di diverse generazioni.
Cosa ho imparato dai fumetti? Beh, che la criptonite fa malissimo alla salute e che la domanda fondamentale a tutto è: who watches the Watchmen?
Betta La Talpa
P.S. Trovate l’e-book qui.
Ti piace quello che leggi? Sostienimi su Patreon, Ko-fi o Tipeee!
RIPRODUZIONE RISERVATA