Per il sogno di altri

Dopo aver finito di leggere questo romanzo, scritto dal gentilissimo Massimo Bellavita e autopubblicato, mi è venuta in mente una scena dei Simpson in cui Homer, in procinto di costruire una casa sull’albero per il figlio Bart, dice: “Ho letto La capanna dello Zio Tom… va bene, mi ha insegnato a non giudicare le persone dal colore della pelle, ma questo a cosa mi serve per costruire una capanna?!”

Perdonate l’aneddoto politicamente scorretto, ovviamente non condivido il pensiero di Homer Simpson e credo che il romanzo di Harriet Beecher Stowe debba ancora essere proposto come lettura a scuola. Tuttavia, la sensazione che Per il sogno di altri mi ha lasciato è stata dell’estrema fatica sopportata per avviare e gestire questa impresa. Il libro, infatti, è il diario di quattro anni di durissimo lavoro costati all’autore per costruire un allevamento/pensione per cani, poi sfortunatamente fallito: insieme a lui, ho assistito agli inganni iniziali legati alla burocrazia, alle promesse false di un socio inesistente, agli ostacoli economici e allo sforzo fisico richiesto per mettere in piedi un’attività. Penso che il più grande insegnamento tratto da questa vicenda sia il coraggio e l’impegno dimostrati da Massimo Bellavita, che dopo essersi accontentato per tutta la vita ha deciso di essere un libero professionista come ha sempre voluto e buttarsi in un’impresa del tutto nuova. Il riscatto personale per trovare la propria indipendenza economica e al contempo la propria libertà e la forza di imparare una professione nuova in età adulta sono due temi che ho molto apprezzato durante la lettura e mi hanno dato lo stimolo giusto per continuare a lavorare per essere indipendente e libera.

Sono cresciuta con i cani, soprattutto di media e grossa taglia, ho studiato e ho il cosiddetto Patentino o licenza per conduttori di cani, ho lavorato con i cani e frequento spesso gli educatori cinofili. Mi aspettavo una storia di amore innato e profondo per questi fantastici animali (mea culpa per l’aspettativa), invece ho trovato un racconto di formazione di un uomo che, dal nulla, si è trovato a curarli sotto ogni aspetto e, di conseguenza, ad amarli come tali. Non in un canile, ovvero in un luogo in cui vengono portati i randagi e gli abbandonati, ma in un allevamento e pensione, dove cioè i cani vengono fatti accoppiare e venduti e dove lasciare in affidamento il proprio amico a quattro zampe: non c’è nulla di male in questo, può essere condivisibile o meno e non è mia intenzione discuterne, basta precisarlo. Poiché lo stesso autore si è trovato a imparare tutto dall’inizio, il diario racconta in maniera minuziosa e oltremodo dettagliata il suo lavoro quotidiano, anche l’operazione più banale o la più impensabile: per questa ragione, oltre a una scelta del lessico e dello stile estremamente precisi, la scrittura viene un po’ penalizzata per quanto riguarda la scorrevolezza.

Lo consiglio? Sì, in generale lo consiglio se volete leggere di come iniziare un’attività dal principio in un campo di cui non conoscete alcunché. Se vi piacciono gli animali, tanto meglio.

Un abbraccio e a presto,

Betta La Talpa

P.S. Trovate Per il sogno di altri qui.

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RIPRODUZIONE RISERVATA

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