Zamenhof

Altrove avevo scritto che il mio dio personale è un ibrido tra Noam Chomsky e Stephen Hawking… be’, ho trovato il mio personal jesus: Ludwik Lejzer Zamenhof, un semplice oculista polacco ebreo che nel 1887 creò l’esperanto.

L’esperanto, cari lettori, non è il frutto dei deliri di una setta di pseudo-hippy figli dei fiori con un tasso troppo alto di eccitanti nel sangue, bensì una lingua pianificata, artificiale, anzi la lingua ausiliaria internazionale più parlata al mondo, creata da presupposti e da ideali che dovrebbero esistere ancora oggi. Una lingua ha alle sue spalle una cultura e quella dell’esperanto è basata sull’uguaglianza fra popoli e nazioni. Zamenhof dichiarò di essersi ispirato a certi principi dell’ebraismo, da cui proveniva ma che non praticava, tuttavia l’esperanto non porta con sé nessuna religione se non quella che chiama “pienamente umana” di rispetto e tolleranza.

Nel 1905, a Boulogne-sur-mer, a pochi passi da quella Parigi che cinque anni prima aveva ospitato l’Esposizione Universale, si tenne il primo congresso internazionale di esperantisti e sapete cosa accade? No, non Woodstock. Parteciparono ministri dei governi di tutta Europa, intellettuali stimati e uomini con un alto grado nell’esercito; non si trattava di un gioco, era una straordinaria possibilità per evitare quello che poi sarebbe diventato inevitabile. Ma, soprattutto, tutti si capirono. Inglesi, italiani, polacchi… tutti si capirono perfettamente, parlando in esperanto. Il discorso che con cui Zamenhof aprì il congresso fu commovente: non parlò di lingua, ma di necessità di pace. Pur essendo un cittadino comune, ghettizzato per le sue origini e spesso ignorato per il suo ruolo nella società (che ne sa un oculista di questioni politiche?), presagì che la fine si stava avvicinando e che il secolo a venire…sì, sarebbe stato estremamente breve, come lo definì il compianto Eric Hobsbawm. L’unico modo per salvare il mondo dalla guerra era creare un dialogo super partes e realmente democratico. E l’unico modo per creare una vera diplomazia era avere il più democratico degli strumenti di comunicazione: una lingua che non fosse naturale per nessuno.

Ribadisco in questo articolo l’importanza delle parole e dello studio che esiste su di loro. La lingua è il primo veicolo esistente non solo tra esseri umani, ma fra tutti gli esseri viventi: di certo, nel 2019 non possiamo più affermare di essere la specie più intelligente del pianeta perché in italiano è stata scritta la Divina Commedia, dato che i grandi primati e le termiti sono creature altamente evolute senza per altro aver mai combattuto una guerra mondiale o aver scoperto il Bosone di Higgs.

Ma bando alle ciance! Per spiegarvi perché ammiri quest’uomo e perché lo giudichi un vero profeta, ritengo sia più utile lasciar parlare lo stesso Zamenhof. Ecco quindi alcune frasi tratte dal suo celebre discorso del 1905.

Mostreremo che l’intercomprensione fra persone di nazioni diverse è pienamente raggiungibile, che per questo non è affatto necessario che un popolo umilia e inghiotta un altro, che le barriere fra i popoli non sono affatto un che di inevitabile ed eterno, che l’intercomprensione fra creature della stessa specie non è un sogno fantastico, ma un fenomeno perfettamente naturale che è stato solo troppo differito a causa di circostanze assai tristi e vergognose…

Ma allo stesso modo in cui io, in questo momento, non appartengo a una nazione ma sono solo un uomo, così sento anche che, in questo momento, non appartengo a qualche religione nazionale o partitica, ma sono solo un uomo.

Si uniscano i fratelli, si intreccino le mani, avanti con armi di pace! Cristiani, ebrei o maomettani noi tutti siamo figli di Dio. Ricordiamoci sempre del bene dell’umanità, e malgrado gli ostacoli, senza soste e fermate indirizziamoci ostinati al fine fraterno avanti, senza fine!

Per quanto mi riguarda, un uomo che cerchi l’ordine mondiale senza armi, senza violenza di ogni tipo, senza prevaricazioni, è un modello da seguire.

Grazie, Ludwik.

Varma saluto,

Betta La Talpa

P.S. Esistono molte associazioni serie di esperantisti, nonché dizionari, manuali e libri di narrativa in lingua! Internet potrà darvi tutte le informazioni necessario per avvicinarsi all’esperanto. Qui trovate Via Zamenhof edito da Giuntina, qui la biografia di Zamenhof per la casa editrice Tipheret e qui la bella biografia edita da Mursia.

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