In Italia, questo nome non dice molto; forse, qualcuno lo conoscerà per il film di Luc Besson Adèle e l’enigma del faraone del 2010 , il quale, nonostante il budget stratosferico e il cast stellare, non è riuscito ad imporsi sul serio nei cinema europei. Quando lo vidi, poco dopo la sua uscita, ricordo che rimasi sbalordita davanti all’unione di elementi a cui non potevo resistere: uno pterodattilo che volava sulla Parigi del primo Novecento; mummie che si svegliavano al Louvre; una giovane esploratrice bellissima e indomabile; dei poliziotti da barzelletta, a rappresentare il lato giallo della storia. Fu per me una gioia per gli occhi e per il cuore assistere a una storia assolutamente perfetta per i miei gusti, un po’ fantasy, un po’ giallo, un po’ grottesco, condita con il miglior humour francese.
L’incomprensione verso il film nacque dalla scarsa conoscenza, in Italia, del capolavoro di Jacques Tardi. Per apprezzarlo davvero, infatti, bisogna aver letto prima i due volumi editi da Rizzoli Lizard fra 2010 e 2011: Besson, infatti, non tradisce nemmeno in questa occasione il suo amore per le donne forti e lo fa con estrema attenzione verso il fumetto, da cui riprende addirittura certe frasi. Gli attori principali sono poi una vera chicca per i lettori ora spettatori, che possono gustarsi il pavido ispettor Caponi di Gilles Lellouche, il cattivissimo Dieuleveult di un’irriconoscibile Mathieu Amalric e i perfetti Philippe Nahon e Nicolas Giraud, rispettivamente il professor Ménard e il suo assistente Zborowski, che qui conquista maggior rilievo rispetto al fumetto grazie alla sua indiscutibile tenerezza. Il risultato finale, benché sia un tentativo di riassunto della serie di Tardi, riesce nell’intento di divertire e catturare lo spettatore esplicitando tutte le caratteristiche salienti del fumetto.
I due volumi delle avventure dell’incredibile Adèle, infatti, sono un tesoro per gli amanti dei fumetti (chiamiamoli col loro nome, non serve nobilitarli con l’inglesismo graphic novel!) ma un vero iceberg per chi giunga impreparato alla lettura: rocambolesche, surreali, amarissime, qualche volta violentissime, le storie di Tardi risentono molto, in bene o in male sta al lettore deciderlo, del clima in cui sono state scritte, ovvero dal 1976. Antimilitarismo, denuncia delle gerarchie, stereotipi culturali, assurdità dei comportamenti umani sono gli elementi che rendono il fumetto estremamente politico e reazionario. Mummie, pterodattili e piovre giganti sono insomma pretesti narrativi per dire qualcosa di più.
Adèle non può che essere la protagonista perfetta, anche quando Besson sceglie la splendida Louise Bourgoin come versione cinematografica del personaggio: bellissima ma dal dubbio gusto in fatto di moda, fumatrice incallita, cinica, sarcastica, acida fino al midollo, politicamente scorrettissima, Adèle Blanc-sec, scrittrice di feuilleton di grande successo in Francia prima, durante e dopo la Grande Guerra, è irresistibile. La sua patologica curiosità e il suo dono innato di farsi trascinare in situazioni di cui non ha il minimo controllo la portano a vivere, sì, delle più che straordinarie avventure. Avventure in cui si trova fra mostri terrificanti, sette religiose, scienziati pazzi, rapinatori e circensi e chi più ne ha più ne metta, Adèle ne sarebbe solo felice… e voi, sareste pronti a seguirla? Se dovessi nascere un’altra volta, certo che lo farei.
Un mostruoso abbraccio,
Betta La Talpa
P.S. Le prime avventure di Adèle Blanc-sec sono disponibili nei due volumi editi da Rizzoli Lizard nel 2010 e 2011 (Vol. I e Vol. II). Libri bellissimi da tenere sullo scaffale dei fumetti, comprateli, magari continueranno a stampare le altre storie di Adèle!
P.P.S. Le rappresentazioni paesaggistiche e le scene di flash-back sono senza dubbio alcune delle meraviglie del mondo del fumetto.
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Era uscito anche un volume Milano Libri nel 1981, con le prime due avventure 😊
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Grazie mille dell’indicazione! È sempre bello incontrare malati di edizioni 🙂
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